domenica 24 gennaio 2016

Karma

Quante volte si è sentito, letto, trovato qua e là questo termine. Quante volte è stato abusato, travisato. Quante volte è stato ben interpretato.
Karma credo sia una delle parole più conosciute delle filosofie e religioni orientali, anche perché fra esse è ben diffuso il suo concetto.
In occidente spesso è associato all’idea di destino, o almeno a qualcosa ad esso simile.
Molto è stato scritto e da persone molto eminenti, non è mia intenzione qui andare a fondo nella spiegazione, perché non ne sarei certamente capace, ma proviamo a capirci qualcosa.
Innanzitutto traduciamo questa parola: karma = azione.
Quindi iniziamo subito a prenderci le nostre responsabilità, il karma è composto dalle nostre azioni, quelle compiute con il pensiero, la parola ed il corpo. Il karma creato non si perde, non possiamo lasciarlo in un cassetto, non lo lasciamo come le ricchezze e i beni materiali, ma vita dopo vita ce lo portiamo dietro. E così ogni attimo di vita creiamo karma, buono e cattivo. Vita dopo vita questo karma, quindi le azioni da noi compiute, ci farà rinascere e vivere a seconda di come ci stiamo comportando. Non si sfugge alla legge di causa ed effetto e non si sfugge al karma. Qualcuno potrà allora dire “vedi che è il destino?” esattamente…NO. Il destino è qualcosa di scritto a cui andiamo incontro, per chi crede sia così, il karma e le sue conseguenze lo creiamo noi, è solo nostra la responsabilità della nostra esistenza, nella vita attuale ed in quelle future, così dal più remoto passato. Nella “Preziosa Ghirlanda” Nagarjuna afferma che tutte le sofferenze vengono dalle azioni non virtuose e tutte le felicità da quelle virtuose. Quindi entrambe, sofferenza e felicità hanno una medesima sorgente, l'azione. La sofferenza dall’azione non virtuosa, la felicità da quella virtuosa.
Ma quali sono queste azioni?


Le tre azioni non virtuose del corpo:
·         Uccidere
·         Rubare
·         Avere una condotta sessuale scorretta

Le quattro azioni della parola
  • Mentire
  • Usare parole che dividono
  • Usare parole dure
  • Parlare a vuoto

Le tre azioni della mente
  • Bramosia
  • Malevolenza
  • Intenti nocivi
Per fortuna le dieci azioni virtuose non sono altro che l’opposto di quelle appena citate. Tutte le azioni indicate sopra concorrono quindi alla creazione di karma negativo, i comportamenti opposti generano quello positivo.
Bisogna però anche specificare che per creare karma veramente negativo e quindi pesante, l’azione deve avere quattro caratteristiche: deve avere una base, quindi nascere da uno dei tre veleni della mente( attaccamento, rabbia, ignoranza), deve essere discriminante, cioè si sceglie di compiere quell’azione su o con quel determinato soggetto. Deve avere una motivazione ed infine una esecuzione. Una azione che non ha le quattro caratteristiche crea certamente karma negativo ma non nella sua forma più pesante. Un facile esempio, prendendo in considerazione l’uccidere può essere il fatto di compiere volutamente una uccisione o piuttosto di uccidere un moscerino guidando in autostrada. Analogamente se feriamo una persona con l’intento di ucciderla, ma questa a sua volta ci colpisce e moriamo prima dell’altro, l’azione non è compiuta, manca quindi di una caratteristica (ma di certo stiamo comunque creando cattivo karma). Altra peculiarità poco simpatica del karma è che aumenta con il passare del tempo, cioè aumenta di "valore", negativo, man mano che lo teniamo lì depositato. Un paragone a riguardo è quello del piccolo seme che dà origine ad un grande albero; così anche una piccola azione, che crea un po' di karma negativo, con il tempo diventerà ben pesante.
Questo karma quindi, come accennato prima ci porterà conseguenze sia nella vita in cui lo creiamo, sia in quelle successive, così come quello creato precedentemente lo ritroviamo anche nella vita attuale. Sia chiaro che non si tratta di una punizione, ma di semplici conseguenze, potremmo definirle delle lezioni, che vita dopo vita ci porteranno a migliorare, fino a raggiungere l'illuminazione. Si è sempre detto che si impara anche dai propri errori, no?
Fin qui ci siamo fatti un'idea su cosa è, come creiamo karma e cosa ciò comporti, ma fortunatamente il karma negativo creato è possibile purificarlo. Per la mia formazione conosco il metodo buddista, che spiegherò brevemente, ma certamente ci sono altri metodi per le diverse religioni che si rifanno al concetto.
Il primo "antidoto" che viene illustrato è quello della "presa di rifugio" per spiegarla breve breve, una specie di battesimo buddista, magari poi ne parlerò in altri articoli in maniera più approfondita.
Poi è importante provare rammarico per l'azione commessa, pentirsene e successivamente ripromettersi di non ripeterla in futuro.
Quarta e ultima azione da compiere, meditazione con visualizzazione del nostro corpo che emette fumo nero ( il karma negativo) possibilmente di fronte ad una immagine del Buddha dalla quale visualizziamo una luce multicolore che ci ricopre dall'alto al basso e viceversa seguita da recitazione di mantra. Due sono i mantra più indicati, quello delle  cento sillabe di Vajrasattva e quello del Buddha Shakyamuni ma poi ogni scuola secondo la propria tradizione personalizza. Di questa pratica parlerò in modo più dettagliato nel prossimo post sulla meditazione.
Ho volutamente scelto di essere breve in questa descrizione, come dicevo in apertura molto è stato detto e molti studiosi e filosofi si sono prodigati sull'argomento.
Ho cercato qui solo di accennare al concetto di karma provando ad essere semplice, chi di voi è incuriosito ed avrà voglia di approfondire, troverà fonti ben autorevoli per dilettarsi.
Ricapitolando: creiamo karma e relative conseguenze ogni attimo, con ogni pensiero, ogni parola ed ogni azione perciò.... cerchiamo di comportarci bene.


domenica 10 gennaio 2016

INcondizionataMENTE

Pensavo di iniziare il nuovo anno parlando d’altro ma, un po’ per gli eventi a cui tutti abbiamo assistito sul finire del 2015, sia per varie interessanti discussioni sull’argomento che ho intrattenuto, ho pensato di iniziare parlando, con un post breve e leggero, di come e quanto la mente possa essere condizionata e quindi in errore, spesso. Almeno per iniziare il nuovo anno senza impegnarci troppo.
Innanzitutto… cos’è la mente e quante ce ne sono in un unico corpo?
I monaci tibetani, quando indicano la Mente con un gesto, portano le dita ad indicare il cuore. Possiamo quindi dire che c’è una Mente, che in queste righe indicherò con la M, situata nel nostro petto. Potremmo chiamarla coscienza, Mente profonda. C’è poi la mente nel cervello, quella che normalmente agisce, pensa e più facilmente si lascia condizionare dall’esterno.
Qualcuno di voi che pratica la meditazione o ha iniziato a farlo, potrebbe essersi fatto la domanda: “ma se osservo la mente, con cosa la osservo?” la osserviamo appunto con la Mente. La nostra mente purtroppo è facilmente malleabile, condizionabile, indirizzabile, la meditazione serve appunto a far si che la Mente osservi e diriga a migliori comportamenti la parte ignorante (nel senso che non conosce o conosce in modo distorto). Osserviamo i bambini: da piccoli sono delle vere e proprie spugne, assorbono comportamenti, modi di dire, accenti linguistici. Certo da piccoli è importante, bisogna imparare tanto, ma se notiamo, nessun bambino nasce “cattivo” o razzista o violento. Tutto viene fuori, o meglio entra dentro la sua mente da ciò che assorbe. Dice S.S. il Dalai Lama che se si insegnasse a tutti i bambini dagli otto anni la meditazione, nel giro di una generazione avremmo sconfitto la violenza. Poi cresciamo e continuiamo ad assorbire. La cosa peggiore è che troppo spesso siamo noi stessi a scegliere le cose peggiori da farci entrare nella mente. Pensiamo ai programmi televisivi, quanta violenza vediamo? Trovo triste che esistano canali televisivi dedicati a serie impregnate di violenza, tutto ciò porta ad una assuefazione ad essa e conseguenti comportamenti. Se vedo in tv tanti film di violenza mi sembrerà normale che essa esista e si pratichi, alcuni arriveranno a giustificarla e addirittura a metterla in pratica.
Uno spot pubblicitario di trenta secondi può condizionare le persone ad acquistare un determinato prodotto o seguire dei comportamenti sociali. Cosa succede assorbendo quotidianamente grandi quantità di immagini di violenza? Purtroppo i metodi di marketing pubblicitario vengono usati anche per indurre comportamenti ed idee. Ciò che viene propinato in un certo modo, può facilmente indurre masse di persone ad atteggiamenti razzisti, xenofobi che poi si riverseranno su chi gli è accanto. Se in una famiglia una persona è più condizionata, facilmente indurrà gli altri componenti a seguire i suoi comportamenti. La classica reazione a catena.
Attualmente si vedono molte azioni di condizionamento delle masse, da quelle più innocue (anche se innocue non lo sono mai)  tipo nuove mode, o tendenze sui social networks, a quelle terrorizzanti come la paura dello straniero  o comunque di culture diverse a, come accennato prima, all’assuefazione alla violenza ed alla sua espressione più estrema della guerra.
Ma come difenderci da tutto ciò? Con un buon uso della Mente.
Innanzitutto dovremmo imparare a discriminare, cioè scegliere cosa, come e quanto andiamo ad osservare, leggere, ascoltare. Evitare di farci tempestare da fattori esterni. Scegliamo e osserviamo con la Mente. Per riuscire a fare ciò ci può aiutare la meditazione, esercitiamo la nostra Mente ad essere più attiva, più vigile, ad esercitare un buon controllo sulla mente per evitare che esse si faccia influenzare e vada per conto suo.
Magari impariamo anche ad apprezzare e godere del silenzio, chi vive in un città è subissato di rumori a cui non può porre fine, almeno cerchiamo di limitare quelli che ci è possibile. Spegniamo ogni tanto la tv, evitiamo di avere sempre la radio accesa o di parlare in ogni occasione. Facciamo sì che la nostra Mente abbia la possibilità di vivere con la giusta calma e quiete. Ci sono ritiri meditativi di una settimana durante i quali non si parla, la cosa grandiosa è che si comunica ugualmente.
Sperimentare una vita più “attenta” non costa molto, certo un po’ di fatica iniziale per chi è assuefatto alla “frenetica vita moderna” ma sono sicuro che i risultati che potremo trarne saranno più che soddisfacenti. Pensiamo che, facendo ciò, daremo anche un buon esempio e una buona spinta a chi cista vicino a fare altrettanto, iniziando dai nostri familiari, agli amici. Magari chissà, anche se non abbiamo più otto anni, qualcosa di buono riusciremo a combinarlo ugualmente.