Quante volte si è sentito, letto, trovato qua e là questo
termine. Quante volte è stato abusato, travisato. Quante volte è stato ben
interpretato.
Karma credo sia una delle parole più conosciute delle
filosofie e religioni orientali, anche perché fra esse è ben diffuso il suo
concetto.
In occidente spesso è associato all’idea di destino, o
almeno a qualcosa ad esso simile.
Molto è stato scritto e da persone molto eminenti, non è mia
intenzione qui andare a fondo nella spiegazione, perché non ne sarei certamente
capace, ma proviamo a capirci qualcosa.
Innanzitutto traduciamo questa parola: karma = azione.
Quindi iniziamo subito a prenderci le nostre responsabilità,
il karma è composto dalle nostre azioni, quelle compiute con il pensiero, la
parola ed il corpo. Il karma creato non si perde, non possiamo lasciarlo in un
cassetto, non lo lasciamo come le ricchezze e i beni materiali, ma vita dopo
vita ce lo portiamo dietro. E così ogni attimo di vita creiamo karma, buono e
cattivo. Vita dopo vita questo karma, quindi le azioni da noi compiute, ci farà
rinascere e vivere a seconda di come ci stiamo comportando. Non si sfugge alla
legge di causa ed effetto e non si sfugge al karma. Qualcuno potrà allora dire “vedi che è il destino?” esattamente…NO.
Il destino è qualcosa di scritto a cui andiamo incontro, per chi crede sia
così, il karma e le sue conseguenze lo creiamo noi, è solo nostra la
responsabilità della nostra esistenza, nella vita attuale ed in quelle future,
così dal più remoto passato. Nella “Preziosa Ghirlanda” Nagarjuna afferma che
tutte le sofferenze vengono dalle azioni non virtuose e tutte le felicità da
quelle virtuose. Quindi entrambe, sofferenza e felicità hanno una medesima sorgente,
l'azione. La sofferenza dall’azione non virtuosa, la felicità da quella
virtuosa.
Ma quali sono queste azioni?
Le tre azioni non
virtuose del corpo:
·
Uccidere
·
Rubare
·
Avere una
condotta sessuale scorretta
Le quattro azioni
della parola
- Mentire
- Usare parole che dividono
- Usare parole dure
- Parlare a vuoto
Le tre azioni della
mente
- Bramosia
- Malevolenza
- Intenti nocivi
Per fortuna le dieci azioni virtuose non sono altro che
l’opposto di quelle appena citate. Tutte le azioni indicate sopra concorrono
quindi alla creazione di karma negativo, i comportamenti opposti generano
quello positivo.
Bisogna però anche specificare che per creare karma
veramente negativo e quindi pesante, l’azione deve avere quattro
caratteristiche: deve avere una base, quindi nascere da uno dei tre veleni
della mente( attaccamento, rabbia, ignoranza), deve essere discriminante, cioè
si sceglie di compiere quell’azione su o con quel determinato soggetto. Deve
avere una motivazione ed infine una esecuzione. Una azione che non ha le
quattro caratteristiche crea certamente karma negativo ma non nella sua forma
più pesante. Un facile esempio, prendendo in considerazione l’uccidere può
essere il fatto di compiere volutamente una uccisione o piuttosto di uccidere
un moscerino guidando in autostrada. Analogamente se feriamo una persona con
l’intento di ucciderla, ma questa a sua volta ci colpisce e moriamo prima
dell’altro, l’azione non è compiuta, manca quindi di una caratteristica (ma di
certo stiamo comunque creando cattivo karma). Altra peculiarità poco simpatica
del karma è che aumenta con il passare del tempo, cioè aumenta di
"valore", negativo, man mano che lo teniamo lì depositato. Un
paragone a riguardo è quello del piccolo seme che dà origine ad un grande
albero; così anche una piccola azione, che crea un po' di karma negativo, con
il tempo diventerà ben pesante.
Questo karma quindi, come accennato prima ci porterà
conseguenze sia nella vita in cui lo creiamo, sia in quelle successive, così
come quello creato precedentemente lo ritroviamo anche nella vita attuale. Sia
chiaro che non si tratta di una punizione, ma di semplici conseguenze, potremmo
definirle delle lezioni, che vita dopo vita ci porteranno a migliorare, fino a
raggiungere l'illuminazione. Si è sempre detto che si impara anche dai propri
errori, no?
Fin qui ci siamo fatti un'idea su cosa è, come creiamo karma
e cosa ciò comporti, ma fortunatamente il karma negativo creato è possibile
purificarlo. Per la mia formazione conosco il metodo buddista, che spiegherò
brevemente, ma certamente ci sono altri metodi per le diverse religioni che si
rifanno al concetto.
Il primo "antidoto" che viene illustrato è quello
della "presa di rifugio" per spiegarla breve breve, una specie di
battesimo buddista, magari poi ne parlerò in altri articoli in maniera più
approfondita.
Poi è importante provare rammarico per l'azione commessa,
pentirsene e successivamente ripromettersi di non ripeterla in futuro.
Quarta e ultima azione da compiere, meditazione con
visualizzazione del nostro corpo che emette fumo nero ( il karma negativo)
possibilmente di fronte ad una immagine del Buddha dalla quale visualizziamo
una luce multicolore che ci ricopre dall'alto al basso e viceversa seguita da
recitazione di mantra. Due sono i mantra più indicati, quello delle cento sillabe di Vajrasattva e quello del
Buddha Shakyamuni ma poi ogni scuola secondo la propria tradizione
personalizza. Di questa pratica parlerò in modo più dettagliato nel prossimo
post sulla meditazione.
Ho volutamente scelto di essere breve in questa descrizione,
come dicevo in apertura molto è stato detto e molti studiosi e filosofi si sono
prodigati sull'argomento.
Ho cercato qui solo di accennare al concetto di karma
provando ad essere semplice, chi di voi è incuriosito ed avrà voglia di
approfondire, troverà fonti ben autorevoli per dilettarsi.
Ricapitolando: creiamo karma e relative conseguenze ogni
attimo, con ogni pensiero, ogni parola ed ogni azione perciò.... cerchiamo di
comportarci bene.