Riprendiamo
a parlare di meditazione. Questa volta proveremo a vedere come meditare
visualizzando determinate situazioni che ci possono aiutare a sviluppare
comportamenti o rafforzare concetti. Anche meditare utilizzando la visualizzazione ci è
stato insegnato dal Buddha come riportato in alcuni Sutra, ma cosa significa
visualizzare? Significa proprio vedere nella propria mente delle scene.
Parlandone con chi pratica meditazione, ho scoperto che per alcuni è
relativamente semplice, ad altri sembra quasi improponibile. Cosa che conferma
la soggettività della meditazione.
Vorrei
qui illustrare alcune possibili tecniche.
Iniziamo
da come sviluppare la compassione.
Innanzitutto
partiamo con la solita tecnica di rilassamento e concentrazione che abbiamo
visto nel primo post sulla meditazione. Raggiunto un buono stato di
"vuoto" quindi visualizziamo noi stessi, magari anche nella posizione
in cui ci troviamo. Vediamo intorno a noi delle persone povere, ammalate, in stato
di sofferenza, osserviamole con distacco e superiorità, quasi disprezzo. Ora
accanto a questo "noi" aggiungiamone un altro che, al contrario del
primo, osserva con amore, compassione, ha il desiderio di liberare quelle
persone dalla sofferenza. Vedremo come, in automatismo andremo verso questo
"secondo noi" ed aumenteremo il senso di amore e compassione verso
tutti gli altri esseri.
Difficile?
Ma no!
Un altro
esercizio, visto che stiamo aumentando la nostra compassione, è quello di
prendere per noi la sofferenza altrui. Ciò serve sia ad assorbire ed
alleggerire gli altri esseri dalle loro sofferenze, sia ad aumentare la nostre
capacità di compassione.
Raggiunto
lo stato di calma, visualizziamo sempre noi stessi circondati da innumerevoli
esseri senzienti, posizioniamo accanto a noi i familiari, gli amici; di fronte
i "nemici" e poi via via... tutti gli esseri senzienti. Ora vediamo
come, espirando dalle narici, tutte queste figure emettano del fumo nero, è la
loro sofferenza. Inspiriamo quindi, sempre dalle narici ed assorbiamo tutto
quel fumo nero, la loro sofferenza, e visualizziamo che questo fumo entra in
noi, arriva alla luce posta all'interno del nostro corpo dentro il cuore, è
visualizzata come una scintilla al centro del cuore e lì si purifica. Espiriamo
quindi, buttando via tutto quel fumo. Stiamo così alleggerendo tutti gli esseri
dal loro stato di sofferenza. Bello no?
Per
questo tipo di meditazione diciamo che bisogna essere ben predisposti verso
tutti gli altri, ci stiamo caricando, anche se solo per un attimo di tutte le
sofferenze, desiderando che tutti siano felici.
Nel
precedente post sul karma ho spiegato che la tecnica di "pulizia"
dello stesso, può essere riportata fra le varie visualizzazioni, nel momento in
cui, invece di avere davanti a noi un'immagine del Buddha, lo visualizziamo
durante le meditazione, con intorno a lui tutti i Buddha, i Bodhisattva e i
nostri maestri. Vediamo quindi il raggio di luce che parte dal Buddha e, mentre
dal nostro corpo esce l'ormai familiare fumo nero, la sua luce ci ricopre, dalla
sommità del capo verso il basso, come se il nostro corpo si ricoprisse di miele,
per poi risalire, il fascio di luce, fino a raggiungere di nuovo la sommità del
nostro capo e lasciare il nostro corpo "cristallino"; a questo punto
il Buddha diventa luce ed entra in noi dall' apertura sul nostro capo.... segue
recitazione mantra.
L’ultima
metodologia che desidero presentare è molto utile per diminuire il nostro
attaccamento, uno dei tre veleni. Per farlo prendiamo in esame di nuovo il
nostro corpo, una delle cose a cui normalmente si è più “attaccati”. Ricordiamo
però che non avere attaccamento non significa diventare nichilisti, ma prendere
coscienza che tutto muta e tutto ciò che esiste non esisterà più.
Questa
tecnica è stata illustrata dal Buddha ai suoi primi monaci, come riportato in
un Sutra. E’ una visualizzazione un po’ per stomaci forti, siete pronti?
Abbiamo
raggiunto il nostro stato di quiete e concentrazione e visualizziamo il nostro
corpo. Vediamo come, pian piano comincia a.. disfarsi. La pelle si
raggrinzisce, e ritira, cadono i capelli e le unghie. Ora riusciamo a vedere
che si scoprono i muscoli; la pelle è ormai scomparsa, i muscoli iniziano a
deteriorarsi. Liquidi e fluidi scorrono dal nostro corpo, sono sangue,
secrezioni, pus. I muscoli stanno scomparendo si vedono tendini, vene, arterie,
fuoriesce l'intestino. Cominciamo ad intravedere, fra tutto questo, le ossa.
Anche tutti gli altri componenti, il cuore, il fegato, tutti gli organi interni
un po’ alla volta si dissolvono. Ormai il nostro corpo è diventato uno
scheletro, le ossa si sfaldano, ingialliscono come esposte al sole fino a
consumarsi e diventare polvere. Ops… non ci siamo più.
Tutto
bene?
Direi
che è un ottimo esercizio per renderci conto che non vale la pena “essere
attaccati”.
Queste
riportate sono alcune delle varie visualizzazioni che si possono realizzare,
credo che siano un buon punto di partenza per testare questo nuovo metodo.
Chiaro che i risultati non arriveranno con una due sedute su un tema, ma come
al solito ci vorrà esercizio, dedizione ed impegno. Se qualcuno di voi prova,
mi farebbe piacere sapere che risultati o almeno che sensazioni ha raggiunto.
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