domenica 20 marzo 2016

La storia continua



Nel primo post in cui scrivevo un po’ della storia del Buddha, ho cercato di dare un’idea di come erano andate le cose a quei tempi e da dove era iniziato tutto ciò.
Qualcuno mi disse che ero stato un po’ succinto, ma era già allora mia intenzione non dilungarmi né tantomeno annoiarvi con lunghi racconti. Anche in questo post traccerò per sommi capi ciò che accadde dopo che il Buddha lasciò il corpo. Come già ho detto, chi di voi vorrà approfondire troverà certo fonti più dettagliate di me.
Un giorno, quindi, il Buddha lascia il corpo e l’eredità dei suoi insegnamenti. A quel punto la prima comunità che si era creata, fra i quali spiccava Ananda, cugino di Shakyamuni, si riunisce e inizia il gran lavoro di scrittura degli insegnamenti. Il Buddha infatti aveva trasmesso tutto in forma orale. Ne vengono fuori circa 2500 sutra, che contemplano tutto ciò che era stato trasmesso dal Maestro. 
Come succederà anni dopo con il cristianesimo, il buddhismo comincia a “viaggiare” e anche a modificarsi dalle pratiche originali. Vediamo infatti che si sposta verso sud est e verso oriente, ma anche verso nord, ricordiamo che siamo in India.
La prima grande modificazione che troviamo è la distinzione tra Mahayana e Hynaiana. Il primo, che tradotto significa “Grande Veicolo” si spande per gran parte del mondo dando poi origine anche ad altre scuole, l’altro, che tradotto sarebbe “Piccolo Veicolo”, si concentra soprattutto nella zona del sud est asiatico. Ma quale è la grande differenza tra i due? Entrambi perseguono chiaramente la felicità dell’illuminazione, ma mentre il primo persegue quest’obiettivo per poi portare la felicità a tutti gli esseri senzienti, il secondo lo persegue per il praticante stesso. Si dice infatti che il buddismo Hynaiana è compreso nel Mahayana, ma non viceversa, bisogna infatti raggiungere alti stadi di realizzazione, per poter essere d'aiuto agli altri. Il Mahayana quindi viaggia e si sviluppa, sia nell’India stessa grazie a filosofi come Nagarjuna e Shantideva, che in Cina, Giappone e Tibet. Grandi trattati sono stati scritti nei secoli, da “La preziosa Ghirlanda” di Nagarjuna al “La via del Bodhisattva” di Shantideva, che hanno permesso al grande insegnamento di giungere fino a noi in termini sempre attuali. Verso oriente, in Giappone, nasce l’altra grande e famosa scuola, la scuola Zen e, nei secoli successivi, le varie scuole che si rifanno alle interpretazioni ed insegnamenti di Nichiren Daishonin. Mentre a nord, in Tibet, si concentra quella che ad oggi è, forse, la tradizione buddista più conosciuta.  
Nonostante questo suo viaggiare, il buddismo per molti secoli conosce comunque un forte declino di popolarità, mentre il Tibet restava arroccato sui suoi altopiani a custodire gli insegnamenti e sviluppare la comunità monastica, in altri paesi come la Cina e il Giappone si trovava a confrontarsi con le religioni di Stato o comunque storiche, come Confucianesimo e Shintoismo. In Thailandia e dintorni si sviluppava ma restava confinato in zona.
Finora però si può notare che la direzione presa era quella orientale, come è quindi che qui in occidente stiamo scrivendo e leggendo in questo istante di buddismo?
Dobbiamo aspettare le prime grandi esplorazioni verso oriente che hanno al loro ritorno portato notizie da quei luoghi, perché il buddismo faccia la sua comparsa in occidente. 
Degna di nota nella prima metà del 1700 la spedizione di Padre Orazio della Penna, che rimasto in Tibet per lungo tempo, appresa la lingua nel monastero di Sera, ha poi creato un legame di scambio, forse il primo reale scambio interreligioso tra il buddismo tibetano e il cristianesimo cattolico. Fino a portare nella suggestiva cornice di Pennabilli, in Romagna, un angolo di Tibet. E’ comunque in tempi relativamente recenti che il buddismo si propaga in occidente, vuoi per “ le mode” derivate dal periodo del ’68, vuoi perché in tempi recenti per molte persone nasce il desiderio di incontrare altre spiritualità. 
È purtroppo anche grazie ad eventi drammatici che il buddismo si diffonde in occidente, infatti dopo l’occupazione del Tibet da parte della Cina, all'inizio degli anni cinquanta inizia la diaspora dei monaci per sfuggire alle persecuzioni atroci degli occupanti. Così quella che doveva essere una chiusura del paese e dei suoi abitanti, soprattutto delle comunità monastiche, ha portato ad una maggiore divulgazione del buddismo.
Mi auguro di non avervi annoiato troppo, la storia del buddismo è lunga ed affascinante. 
Come predetto dal Buddha, i suoi insegnamenti sarebbero stati diversi a seconda dei luoghi, delle culture e delle persone che li avrebbero ascoltati, quindi a mio parere è più che naturale che nel corso dei secoli, e nei diversi paesi il buddismo abbia assunto connotazioni differenti. Pensiamo che è soprattutto uno stile di vita, con connotazioni religiose, certo, e che quindi è giusto viverlo e sentirlo nel modo che ad ognuno appare più consono.

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