Una passeggiata tra passato, presente e futuro degli insegnamenti del Buddha Shakyamuni
domenica 3 aprile 2016
Meditazione analitica
Parliamo di nuovo di meditazione, illustrando un metodo che, per molti versi è uno dei più interessanti e probabilmente "proficuo". È anche ritenuto da molti monaci uno dei più utili.
Una parte fondamentale della pratica buddista, o comunque del cercare di essere buddista, è lo studio. Studiare, approfondire gli insegnamenti del Buddha e i testi scritti successivamente che illustrano e spiegano quanto ci è stato trasmesso. Studiare è quindi importante ma nel buddismo si consiglia un passetto in più, provare a capire a fondo, con un termine prettamente buddista "realizzare" cioè comprendere con tutto il proprio essere. Per fare ciò torna utile la meditazione analitica.
Dalla definizione è facile intuire che appunto si parla di analizzare mediante la pratica meditativa.
Mettiamo che abbiamo studiato un determinato argomento, ad esempio il karma di cui abbiamo già parlato. Pensiamo che sia il caso di approfondirne il significato e così ci sediamo sul nostro cuscino da meditazione.
Dopo la parte di rilassamento e concentrazione che ormai maneggiamo con scioltezza visto che già abbiamo sperimentato varie volte, sin dal primo post sulla meditazione (vero?), portiamo la mente alla parola karma. Fermiamoci su di essa e..... ragionamoci su. Ma non con la mente ordinaria e razionale, ma con quella con la M maiuscola. Facciamo che ciò che abbiamo letto e studiato venga elaborato ad un livello più profondo. Lasciamo che la Mente possa attingere sia da ciò che abbiamo letto sia da qualcosa di più profondo, un sapere che non credevamo di avere, conoscenze che forse derivano da esperienze passate, da altre vite o forse da un sapere innato e primordiale.
La meditazione analitica richiede un po' di esperienza per essere praticata correttamente, come tutto del resto. Importante è focalizzarsi su un argomento o meglio su una parola che lo contraddistigue. Ci mettiamo lì, focalizziamo la mente sull'argomento e.... aspettiamo. Ci godiamo la nostra tranquillità, sentiamo la nostra respirazione e semplicemente aspettiamo, aspettiamo di poter conoscere ad un livello più alto. Sicuramente arriveranno tanti pensieri estranei, come sempre quando proviamo a tenere a bada la nostra piccola mente, come al solito lasciamoli svanire da soli, non dandogli importanza. Accadrà anche che tenderemo a ragionare sull'argomento oggetto della seduta, va bene ma cerchiamo di attingere, di far arrivare le risposte dal nostro sapere profondo, sconosciuto ma esistente.
Potrebbe anche capitare, a volte, e qui parlo per esperienza diretta, che benchè ci si è posti un argomento da analizzare, arrivi qualche chiarimento su ben altro. Ciò va benisssimo. Significa che in quel momento avevamo bisogno di quelle risposte. Meditare è entrare in contatto con la nostra essenza più profonda, se quindi arriva una risposta, una conoscenza che non ci aspettavamo, va bene. Vuol dire che era di quello che avevamo bisogno in quel momento.
Ho provato qui a spiegare questa tecnica meditativa, mi rendo conto che possa non essere facile da applicare, come non è facile da spiegare, il mio invito è di provare e se qualcuno di voi ha voglia di fare qualche domanda, sono qui.
Il suggerimento che mi sento di dare è quello che diede a me un monaco: "siediti, concentra la tua mente sulla parola (intendendo l'argomento) e aspetta".
Buona meditazione.
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