Nel precedente articolo sulla meditazione, ho cercato di
introdurre la tecnica base per iniziare a stare seduti sul cuscino e calmare la
mente.
Chi di voi ha provato ha ottenuto certamente dei risultati
che saranno molto soggettivi.
Ora che ne dobbiamo fare di quanto imparato e sperimentato?
Innanzitutto già quello che stiamo facendo con le precedenti
istruzioni è un buon metodo per rilassarsi e iniziare, anche se magari in modo
inaspettato, a scoprire qualcosa di più su noi stessi e il mondo che ci circonda.
C’è un altro passo che ora possiamo compiere.
La meditazione di
concentrazione univoca.
Credo che già dal nome sia intuitivo di cosa si tratta. Ci
mettiamo a meditare e concentriamo la mente su un unico oggetto, detto appunto
“oggetto di meditazione”. Per fare
bene ciò è meglio conoscere prima quali sono i nemici che si opporranno e quali
gli alleati che ci aiuteranno a sconfiggerli. I primi sono
I cinque ostacoli:
1.
pigrizia
2.
dimenticanza
3.
agitazione mentale
4.
non applicazione degli antidoti
5.
eccessiva applicazione
I cinque ostacoli sono
costantemente presenti in noi, i primi tre soprattutto credo che nessuno di noi
possa dire di non sperimentarli quotidianamente.
Troppe volte non ci si
dedica alla meditazione perché “e
vabbè…lo faccio dopo” oppure “ stavo guardando la tv, me ne sono dimenticato”.
Per non parlare poi della mente scimmia di cui abbiamo già parlato.
Anche il 5°,
l’eccessiva applicazione, è un ostacolo, porta stanchezza e quindi scarsi
risultati. Per ovviare a ciò ci vengono in aiuto, come dice il quarto ostacolo:
Gli
otto antidoti:
1. fede
2. aspirazione
3. sforzo gioioso
4. flessibilità
5. presenza mentale
6. introspezione
7. applicazione
8. non applicazione
Applicando gli antidoti qui sopra citati,
dovremmo essere in grado di praticare una meditazione ben sostenuta. La fede
qui è intesa più che dal punto di vista religioso, come fiducia, fede appunto
in quello che stiamo facendo e del perché lo stiamo facendo. Aspiriamo quindi
ad ottenere i meravigliosi risultati che solo la meditazione, l’introspezione
in noi stessi e l’indagine su ciò che ci circonda ci può dare.
Per fare questo sforziamoci, gioiosamente.
Dovrebbe sempre essere un piacere ciò che facciamo e quindi bensì comporti
sforzo, questo dovrebbe essere appunto gioioso. Siamo però flessibili in ciò,
l’intransigenza non porta mai buoni risultati.
Ovvio il quinto, la presenza mentale,
senza di essa non andiamo da nessuna parte.
Introspezione, applicazione e non
applicazione, quindi ricerca interiore, applicazione in quello che si sta
facendo, non applicazione dei cinque ostacoli.
Torniamo ora al nostro esercizio
meditativo. Ci accomodiamo, ognuno con la posizione che ha scelto ed iniziamo
con la nostra respirazione. Ci rilassiamo, seguiamo il nostro respiro.
Rilassiamo il corpo, partiamo dalla testa, il collo e le spalle, che sono le
zone dove si accumulano maggiormente le tensioni, andiamo al tronco la schiena
e le braccia. Passiamo al bacino ed alle gambe fino alle punte dei piedi.
Bene, ora siamo rilassati e concentrati
sul nostro respiro, il corpo è rilassato e comodo. A questo punto spostiamo la
mente dal respiro al nostro oggetto di meditazione.
Ma cos’è l’oggetto di meditazione? È un
oggetto che visualizziamo nella mente; possiamo scegliere un’ immagine del
Buddha, la fiamma di una candela, un colore, un pezzo di legno. Insomma un po’
quello che ci pare. L’importante è vederlo e tenerlo lì, nella nostra
concentrazione più a lungo possibile.
Questo tipo di meditazione può essere
anche eseguito ad occhi aperti, avendo davanti a noi l’oggetto scelto. Il
grande Tiziano Terzani racconta che quando meditava sull’ Himalaya, nel cuore
della notte, fissava lo sguardo sulla fiamma della candela. Chi di noi non è
mai rimasto “incantato” guardando un falò o il fuoco del camino.
Ora dobbiamo “solo” tenere la mente
concentrata sull’oggetto. Appariranno le solite distrazioni di cui abbiamo già
parlato, ben vengano, tanto le lasciamo andare, ricordate? Così con un po’ di
esercizio riusciremo ad essere fermi lì sul nostro oggetto. Le prime volte sarà
per un secondo, poi un minuto, poi cinque fino magari ad arrivare a quindici
minuti e così via. Tranquilli, ci vogliono anni. Ehi non vi scoraggiate, i
risultati valgono bene lo sforzo e ricordate che deve essere gioioso.
Si dice che un buon alternarsi fra
meditazione di concentrazione univoca e meditazione analitica, sia la strada
migliore per ottenere grandi risultati. Quindi esercizio, occhi chiusi o
aperti, come avrete scelto, così la prossima volta potremo andare avanti su
altre metodologie di meditazione.
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